psicomotricità relazionale


approfondimento




I percorsi di Psicomotricità Relazionale prevedono lo sviluppo del gioco psicomotorio nei suoi 3 aspetti principali:


IL GIOCO SENSOMOTORIO

IL GIOCO SIMBOLICO

IL GIOCO DI SOCIALIZZAZIONE


bambini della scuola dell'infanzia 3-6 anni


FINALITÀ GENERALI

  • Favorire la maturazione armonica della personalità del bimbo riferita in particolare al piano emozionale, relazionale, e alla costruzione della sua identità di genere;
  • Consolida modalità comportamentali e comunicative adeguate al processo di socializzazione con i coetanei e con l’adulto;
  • Promuovere l’agio e prevenire il disagio durante il processo maturativo del bambino;
  • Potenziare le possibilità d’intervento pedagogico in presenza di soggetti diversamente abili.

  • OBIETTIVI SPECIFICI

  • sviluppare competenze motorie adatte all’età;
  • potenziare il comportamento autonomo e indipendente nell’ordine ed espressione del sé;
  • imparare a esprimere, accettare e controllare i propri stati d’animo;
  • imparare a riconoscere e accettare la comunicazione dei sentimenti degli altri e i propri;
  • favorire la maturazione e il rafforzamento dell’identità di genere nel bambino e nella bambina;
  • acquisire valori etici fondamentali attraverso la pratica della collaborazione e della condivisione, del rispetto di sé, dell’altro e del gruppo anche in rapporto alla propria e altrui identità di genere;
  • sviluppare la creatività e le capacità pratico-operative;
  • imparare a rispettare regole e consegne;
  • saper partecipare a giochi di gruppo.


  • I percorsi di Psicomotricità Relazionale prevedono lo sviluppo del gioco psicomotorio nei suoi 3 aspetti principali:


    IL GIOCO SENSOMOTORIO.
    Attraverso la proposta del gioco senso-motorio il bimbo sperimenta progressivamente modalità di movimento quali strisciare, scivolare, rotolare, correre, saltare, cadere, ne inventerà lui stesso di inedite e personali, arricchendo e affinando le proprie abilità motorie. Queste esperienze il bambino le svolge a corpo libero o attraverso il gioco con oggetti che lo Psicomotricista gli propone per favorire l'espressione del movimento, sperimenta il piacere senso- motorio, la gioia del movimento globale, aspetti importanti per lo sviluppo di una immagine positiva di sé. Il bimbo viene stimolato a condividere queste esperienze individuali con i coetanei attraverso dinamiche e giochi di gruppo che favoriscono la socialità.
    IL GIOCO SIMBOLICO.
    Durante il programma di Psicomotricità Relazionale lo Psicomotricista propone al bambino vari oggetti con cui giocare quali palle, cerchi, corde, carta, carta colorata, scatoloni, cubi logici, che lo stimolano alla ricerca del movimento e allo sviluppo della creatività. Sono oggetti semplici che bene si prestano ad essere manipolati e che stimolano nel bambino la costruzione di simboli attraverso i quali poter esprimere i propri stati d'animo, rappresentare delle situazioni, oggetti, persone non presenti ma desiderate, sperimentare il gioco del "come se", rendendo più ampia la propria espressività e migliorando le modalità di comunicazione e relazione con i coetanei e con gli adulti e la risoluzione di propri confitti interni.
    IL GIOCO DI SOCIALIZZAZIONE.
    II gioco di socializzazione riveste una particolare importanza in quanto nel rapporto con i coetanei il bambino consoliderà la propria autonomia, trovando modalità diverse di espressione e all’occorrenza di farsi aiutare, sviluppa la collaborazione e impara a rispettare le regole del vivere comune. Lo Psicomotricista favorisce la socialità proponendo situazioni e materiali che coinvolgono contemporaneamente più bambini e li stimolano a cooperare assieme per il buon esito dell’attività. In particolare verso la fine di ogni seduta, con l’uso di brani musicali allegri, propone il movimento coordinato dei bambini e l’attività ludica di gruppo. Attraverso il riordino della sala e dei materiali si compie il rituale di chiusura dell’incontro.


    Il bambino nel periodo che intercorre tra i 3 e i 6 anni fa un importante passo in avanti nel processo maturativo: supera la posizione egocentrica tipica della prima infanzia anche acquisendo modalità relazionali-comunicative sempre più funzionali; si apre alla socializzazione, mettendosi in sintonia con il mondo che lo circonda; entra nella fase edipica, durante la quale matura aspetti peculiari dell’identità sessuale che gli permettono di consolidare la propria personalità e le proprie caratteristiche di genere. Questo è un momento complesso e difficile della crescita; il bambino procede per prove ed errori, alterna vissuti regressivi, durante i quali abbisogna delle cure e della vicinanza dell’adulto, a momenti di affermazione in cui si propone in modo determinato e a volte aggressivo. E’ un’esperienza di natura prevalentemente emotiva e affettiva vissuta attraverso il corpo e il movimento. In questo periodo il gioco riveste una fondamentale importanza, è la vita stessa del bambino. Infatti attraverso l’attività ludica impara a esprimere e poi a dominare le emozioni, esprime la propria creatività, affina le modalità comunicative, migliorando le relazioni con i coetanei e gli adulti.


    bambini dei primi due anni di scuola primaria 6-8 anni


    FINALITÀ GENERALI

  • favorire la maturazione armonica della personalità del bimbo riferita in particolare all’integrazione delle dimensioni emozionale e cognitiva-sociale;
  • sostenere lo sviluppo di modelli comunicativi e relazionali che favoriscono il processo di apprendimento, la cooperazione, la socializzazione al fine di promuovere l’agio e prevenire il disagio durante il processo maturativo del bambino;
  • promuovere e potenziare le possibilità d’intervento pedagogico in presenza di soggetti diversamente abili;
  • OBIETTIVI SPECIFICI

  • sviluppare competenze motorie adatte all’età;
  • sostenere l’autonomia, la capacità d’iniziativa personale e il senso critico;
  • favorire lo sviluppo della creatività e delle competenze espressive;
  • favorire l’apprendimento di modalità relazionali utili per collaborare e coordinarsi con gli altri;
  • potenziare la comunicazione non verbale e verbale integrandole con lo sviluppo della personalità;
  • favorire la maturazione e il rafforzamento della identità di genere nel bambino e nella bambina;
  • imparare a esprimere, accettare e controllare i propri stati d’animo;
  • imparare a riconoscere e accettare la comunicazione dei sentimenti degli altri e propri;
  • imparare a rispettare regole e consegne, favorendo lo sviluppo di capacità riferibili all’autodisciplina;
  • acquisire valori etici fondamentali attraverso la pratica della collaborazione e della condivisione, del rispetto di sé, dell’altro e del gruppo anche in rapporto alla propria e altrui identità di genere;
  • sviluppare la creatività e le capacità pratico-operative;
  • saper partecipare a giochi di gruppo.

  • I percorsi di Psicomotricità Relazionale prevedono lo sviluppo del gioco psicomotorio nei suoi 3 aspetti principali:


    IL GIOCO SENSOMOTORIO.
    Attraverso la proposta del gioco senso-motorio il bambino sperimenta modalità di movimento progressivamente sempre più complesse che andranno a consolidare e ampliare quelle maturate precedentemente. Lo Psicomotricista propone esperienze per favorire l’espressione attraverso il movimento, il piacere derivante dal gioco senso-motorio, la gioia del movimento globale che divengono nei bambini aspetti rilevanti per lo sviluppo dell’immagine positiva di sé e di fiducia nel mondo che li circonda. Le esperienze di gioco sono vissute a corpo libero o attraverso l’ausilio di materiali e oggetti che lo Psicomotricista propone.
    IL GIOCO SIMBOLICO.
    Durante il susseguirsi degli incontri al bambino viene offerta la possibilità di giocare con oggetti (palle, cerchi, corde, carta, carta colorata, scatoloni, stoffe, tubi morbidi, etc..) che lo incoraggiano e promuovono la ricerca e lo sviluppo della creatività. Tali materiali risultano idonei alla manipolazione e contribuiscono alla costruzione di simboli mediante i quali i bambini possono esprimere i propri stati d'animo, rappresentare delle situazioni, oggetti, persone non presenti ma desiderate, e nel contempo sperimentare il gioco del "come se". Questo tipo di gioco risulta utile e adeguato per arricchire le abilità espressive, migliorando le modalità di comunicazione e relazione con il gruppo dei pari e con gli adulti, sostenendo la risoluzione di propri “confitti interni”.
    IL GIOCO DI SOCIALIZZAZIONE.
    Partendo da situazioni e dinamiche create dal gruppo di bambini, lo Psicomotricista favorisce la socialità andando a proporre materiali e situazioni di gioco in grado di coinvolgere tutto il gruppo dei pari e guidarlo verso la cooperazione e compartecipazione. II gioco di socializzazione riveste una particolare importanza in quanto nel rapporto con i coetanei il bambino consoliderà la propria autonomia, trovando modalità diverse di espressione e all’occorrenza di farsi aiutare, sviluppa la collaborazione e impara a rispettare le regole del vivere comune. In particolare verso la fine di ogni seduta, con l’uso di brani musicali allegri, lo Psicomotricista propone il movimento coordinato e l’attività ludica di gruppo. Attraverso il riordino della sala e dei materiali verrà completato il rituale di chiusura dell’incontro.


    Il bambino nel periodo di permanenza alla Scuola Primaria attraversa una tappa fondamentale del processo maturativo: amplia e consolida la dimensione psico-affettiva e ciò facilita lo sviluppo dell’area cognitiva e la socializzazione. In particolare, le modalità di comunicazione ed espressive, fino ad ora prevalentemente globali, mediate dal corpo, dal movimento e dalla necessità di contatto corporeo, si trasformano in forme di relazione più elaborate guidate dal linguaggio verbale che si fa via via più ricco e preciso. La conoscenza del mondo attorno a sé e il modo di apprendere si trasformano, passando dall’esperienza sensoriale ed emotiva ad una realtà guidata anche dai processi mentali e cognitivi. E’ importante favorire l’integrazione tra dimensione corporea psico-affettiva e mentale, tra la comunicazione non verbale e verbale, per aiutare il bambino a sviluppare una personalità armonica e completa, bene integrata in tutte le sue componenti. La Psicomotricità propone un’educazione globale, attenta ai nuclei psico-affettivi e cognitivi del bambino. Privilegiando il gioco psicomotorio e simbolico, l’attività di costruzione e collaborazione appare, conseguentemente, attività pedagogica utile al superamento della dicotomia corpo-mente e a favorire lo sviluppo del bambino.




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